martedì 21 aprile 2009

Gran Torino



Walt Kowalski, anziano reduce della guerra di Corea, vive solo in una casa americana di periferia: è un uomo cinico, disincantato e intrattabile, che tollera con fatica i familiari perbenisti e ottusi e non tollera affatto gli immigrati orientali che hanno invaso il suo quartiere: vive un'esistenza profondamente routinaria, godendo di pochi piaceri abitudinari come la serata al bar con pochi amici o, soprattutto, la cura ossessiva della splendida Ford Gran Torino che possiede dagli anni settanta.
Alcuni eventi imprevisti stanno però per irrompere nella sua vita, avviandola su un percorso che porterà il vecchio reduce, attraverso un cambiamento sottile e silenzioso, verso un'incredibile atto di redenzione.

"Gran Torino" è l'ultimo film di Clint Eastwood, diretto e interpretato: l'ultimo nel senso che, per sua ammissione, non ne farà altri. E' infatti un vero e proprio testamento per l'attore e per il suo personaggio tipico: Eastwood, infatti, come il suo Kowalski, ha interpretato per anni (a partire dai suoi grandi western) la figura del duro senza cuore e senza pietà; come l'ex soldato Kowalski, nella finzione del cinema, ha ucciso decine di buoni e cattivi con il suo sguardo di ghiaccio.
In questo film, egli dimostra come anche il più cinico e disilluso degli uomini può riscoprire il valore della vita e della misericordia, pur senza scendere a compromessi con i lati più crudi della verità e l'inevitabilità della giustizia.
Il personaggio di Kowalski sembra disperso oltre che disperato; egli è come preso tra due poli ugualmente deplorevoli: da una parte la malvagità ottusa dei criminali che è costretto a combattere, prima per difendere se stesso e poi per proteggere i suoi nuovi amici, e dall'altra il buonismo "politically correct", ma profondamente ignorante e opportunista, dei figli e dei nipoti.
La virtù non sta semplicemente nel mezzo, ma ad un livello superiore di umanità che si può raggiungere soltanto col più onorevole dei sacrifici.
"Gran Torino" è un film profondamente religioso, nel senso più vero del termine, poichè il bene vince sul male (disgustoso e violento, falso e ingannatore) rivelando la propria semplicità sacra e definitiva.

Difficile da spiegare e anche da recensire, nelle numerose sfaccettature di valore che lo compongono; di certo, un film da vedere, e da non dimenticare.

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