mercoledì 29 aprile 2009

Onda Libera


Onda Libera: una carovana guidata dai Modena City Ramblers…
Nonostante la pioggia i tuoni e i fulmini, ieri sera mi sono avventurata a Garbagnate, con tanto di kiwai e stivali di gomma….per assistere al concerto dei Modena City Ramblers!!!
La “carovana” è partita il 21 Marzo da Piazza del Plebiscito a Napoli,in occasione della XIV Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, ed è itinerante dal 25 aprile al 9 maggio, con musica, teatro di strada, giocoleria, poesia e gastronomia “resistente” sui beni confiscati alle mafie e riutilizzati grazie al lavoro di Libera.
In queste due settimane di viaggio i Modena City Ramblers porteranno la loro musica ed il loro nuovo album “Onda Libera” una serie di luoghi ove i beni confiscati alla mafia si sono trasformati, grazie al lavoro di Libera ed al suo presidente Don Ciotti, in realtà oneste e produttive.
Quello di ieri è stato il terzo appuntamento con la carovana antimafia,si è svolto davanti al bar della stazione, bene confiscato al clan di cosa nostra Gerlando Alberti,e riconsegnato alla cittadinanza, ora ospita “La bottega del Grillo” che distribuisce i prodotti del commercio equo e solidale.
L’ evento non ha fini commerciali ma vuole “smuovere le coscienze delle persone, favorendo una presa di posizione forte contro la mafia e la malavita”.


Le prossime tappe della carovana saranno.. :
1 maggio: Lazio - Roma
2 maggio: Lazio – Cisterna di Latina
3 maggio: Campania - Caserta – Castel Volturno
4 maggio: Puglia - Brindisi
5 maggio: verso la Calabria
6 maggio: Calabria - Polistena (RC)
7 maggio: Sicilia – Belpasso (CT)
8 maggio: Sicilia - Trapani
9 maggio: Sicilia -Cinisi (PA)

Per maggiori informazioni:
www.ramblers.it
www.onda.libera.it

martedì 21 aprile 2009

Gran Torino



Walt Kowalski, anziano reduce della guerra di Corea, vive solo in una casa americana di periferia: è un uomo cinico, disincantato e intrattabile, che tollera con fatica i familiari perbenisti e ottusi e non tollera affatto gli immigrati orientali che hanno invaso il suo quartiere: vive un'esistenza profondamente routinaria, godendo di pochi piaceri abitudinari come la serata al bar con pochi amici o, soprattutto, la cura ossessiva della splendida Ford Gran Torino che possiede dagli anni settanta.
Alcuni eventi imprevisti stanno però per irrompere nella sua vita, avviandola su un percorso che porterà il vecchio reduce, attraverso un cambiamento sottile e silenzioso, verso un'incredibile atto di redenzione.

"Gran Torino" è l'ultimo film di Clint Eastwood, diretto e interpretato: l'ultimo nel senso che, per sua ammissione, non ne farà altri. E' infatti un vero e proprio testamento per l'attore e per il suo personaggio tipico: Eastwood, infatti, come il suo Kowalski, ha interpretato per anni (a partire dai suoi grandi western) la figura del duro senza cuore e senza pietà; come l'ex soldato Kowalski, nella finzione del cinema, ha ucciso decine di buoni e cattivi con il suo sguardo di ghiaccio.
In questo film, egli dimostra come anche il più cinico e disilluso degli uomini può riscoprire il valore della vita e della misericordia, pur senza scendere a compromessi con i lati più crudi della verità e l'inevitabilità della giustizia.
Il personaggio di Kowalski sembra disperso oltre che disperato; egli è come preso tra due poli ugualmente deplorevoli: da una parte la malvagità ottusa dei criminali che è costretto a combattere, prima per difendere se stesso e poi per proteggere i suoi nuovi amici, e dall'altra il buonismo "politically correct", ma profondamente ignorante e opportunista, dei figli e dei nipoti.
La virtù non sta semplicemente nel mezzo, ma ad un livello superiore di umanità che si può raggiungere soltanto col più onorevole dei sacrifici.
"Gran Torino" è un film profondamente religioso, nel senso più vero del termine, poichè il bene vince sul male (disgustoso e violento, falso e ingannatore) rivelando la propria semplicità sacra e definitiva.

Difficile da spiegare e anche da recensire, nelle numerose sfaccettature di valore che lo compongono; di certo, un film da vedere, e da non dimenticare.

sabato 18 aprile 2009

MiArt 2009 - Una fiera liquida


“ …coloro che sono coinvolti nel gioco contro la propria volontà, che non “amano essere in movimento”, né possono permetterselo, hanno ben poche possibilità di successo. Partecipare alla gara non è per loro una scelta realistica, ma ad essi non è nemmeno consentito tenersene fuori. Volteggiare di fiore in fiore, alla ricerca del profumo più gradevole, non è nelle loro possibilità: essi possono solo restare aggrappati a luoghi dove i fiori – profumati o meno – sono pochi e anche quei pochi si dissolvono o marciscono davanti al loro sguardo infelice. Il suggerimento di “attaccarsi con leggerezza a ciò che ci si presenta” e “lasciarlo poi andare, con grazia” suona alle loro orecchie, nel migliore dei casi, come uno scherzo crudele ma soprattutto come un ghigno spietato.
E tuttavia, tocca anche a loro “attaccarsi con leggerezza” a “beni, situazioni, persone” che continueranno a scivolare via e a scomparire a velocità vertiginosa qualsiasi cosa essi facciano; e a nulla vale che essi cerchino di rallentarne la corsa.
(…)
E li si potrebbe perdonare per aver sospettato che esista un qualche collegamento tra la piacevole leggerezza e grazia ostentate da chi volteggia dinanzi al loro sguardo e il torpore e l’immobilità, sgradevoli ma involontari, che li caratterizzano.”

Zygmunt Bauman, "Vita liquida" - Introduzione, Laterza

In questo frammento, criticando il contributo di un collaboratore anonimo dell’Observer, il celebre sociologo mette in luce il disagio e le difficoltà di chi non riesce ad adattarsi alla cosiddetta società liquido-moderna, ovvero quella società dove “ le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure”: coloro che, al contrario, in questa nuova società di qualunquismi, relativismi e consumi sfrenati si trovano a loro agio, sono in grado di “sopportare l’assenza di orientamento: non soffrono di vertigini e sanno adattarsi alle situazioni confuse, alla mancanza di itinerario e di direzione e alla durata indefinita del tragitto (…) Libertà di affetti e revocabilità di impegni sono i precetti che ispirano questo genere di persone, quali che siano i loro impegni e affetti.”

Il MiArt 2009, la Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, è stata evidentemente creata per questo tipo umano: i padiglioni 3 e 4 della Fiera di Milano appaiono popolati da un numero non quantificabile (comunque gargantuesco) di opere, appiccicate o distanziate senza il minimo riguardo per la simmetria, con l’unico ordine delle gallerie che li espongono; è possibile, per esempio, trovare due quadri di Lucio Fontana in due punti opposti di un padiglione, l’uno accanto a un De Chirico e l’altro a un Birolli (?).
Questo per non parlare del padiglione superiore, adibito all’arte più recente e dunque perlopiù sconosciuta ai semplici fruitori non esperti: la scarsa fama di molti artisti e la totale assenza di spiegazioni, uniti alla quantità e alla varietà incommensurabile delle opere esposte, trasformano la fiera in un gigantesco contenitore di stimoli estetici e semantici la cui eterogeneità non attira lo spettatore, bensì lo attacca; viola la sua attenzione strattonandola senza sosta da un luogo all’altro. E’ un’arte ammassata e mescolata, un sublime disordine programmato che, nel complesso, non può avere alcun effetto in termini di piacevolezza.
Questo, purchè non si scorra come il liquido baumaniano attraverso i padiglioni, scivolando leggiadramente addosso ad ogni immagine e ad ogni oggetto, attaccandosi e adeguandosi ad ogni cosa per un tempo adeguato per provare un vacuo divertimento… ma non per riflettere ed esplorare le proprie emozioni, per ricevere un significato o imparare qualcosa.
E’ davvero una fiera, nel senso classico del termine; un mercato e non certo una mostra, dove tra i rari appassionati dell’arte si possono notare bambini urlanti e madri preoccupate, coppiette alla moda dallo sguardo vuoto, anziani turisti dall’aspetto incerto e confuso.
Gli amanti della cultura postmoderna apprezzeranno: a me sovviene con insospettata chiarezza l’anatema evangelico “Avete trasformato il mio tempio in una spelonca di ladri!” (Luca, 19, 46).
Emotivamente stremati, io e il mio amico (ciao Gualo) ci siamo abbandonati sulle seggiole del bar superiore a bere un caffè (macchiato freddo in traballante tazzina di plastica) e a ragionare delle nostre sensazioni: un vissuto caotico che non permette di selezionare una suggestione tra le mille, di tornare a casa con il ricordo di un singolo stupore od interesse.
Ma ci vorrebbe davvero la prosa di Bauman.
Il mio consiglio spassionato è di evitare il MiArt. Almeno, se amate l’arte: che dire, se vi piace o vi diverte soltanto è un appuntamento da non perdere.

giovedì 16 aprile 2009

Concorso speciale per i visitatori: premio in palio un biglietto omaggio per il cinema!

Oreste Urano ha deciso di premiare l’attenzione dei visitatori del suo blog proponendo un concorso: il primo visitatore che risponderà correttamente a tutte le domande del questionario sottostante vincerà un premio speciale!

Le domande si riferiscono ai contenuti presenti nei post del blog. Partecipare al concorso è facilissimo! Basta rispondere a tutte le domande ed infine cliccare sul pulsante “invia”.

Al più presto verrà contattato via mail da Oreste che le comunicherà se è il fortunato vincitore del premio che ha messo in palio: un biglietto per il cinema che potrà utilizzare in qualsiasi cinema di Milano per vedere qualsiasi film a qualunque spettacolo (dal lunedì al venerdì)!

Attenzione! Le risposte alle domande si possono trovare all’interno del blog!

Cosa stai aspettando? Rispondi subito alle domande!

Buona fortuna!


“Questione di cuore”: il nuovo film di Francesca Archibugi con Kim Rossi Stuart e Antonio Albanese

Il cinema Anteo e il cinema Apollo sono due dei pochi cinema che a Milano mantengono una programmazione esclusivamente d’autore, e propongono continuamente incontri con attori e registi, rassegne, aperitivi cinematografici, tè d’autore e numerose altre iniziative interessantissime.

Da brava sostenitrice e appassionata di cinema italiano, non mi sono lasciata sfuggire un’anteprima imperdibile che si è tenuta Giovedì scorso presso appunto il cinema Anteo (Via Milazzo 9): quella del nuovo film della regista romana Francesca Archibugi che uscirà nelle sale venerdì 17 Aprile. Oltre alla possibilità di poter vedere il film con due settimane di anticipo rispetto all’uscita e di poter pagare l’ingresso 4.50 €, che non è male rispetto ai 7 consueti, la semplice prenotazione telefonica mi ha dato l’opportunità di poter partecipare anche all’incontro che si è tenuto al termine della proiezione con la regista e l’intero cast del film.

“Questione di cuore” è il titolo emblematico di un film che racconta la storia di un’amicizia tra due uomini molto diversi, Angelo e Alberto, i quali si incontrano in una circostanza molto particolare: sono vicini di letto in ospedale dopo che hanno avuto entrambi un attacco di cuore.

Mentre Angelo (Kim Rossi Stuart), giovane carrozziere e padre di famiglia, conduce una vita semplice circondato dall’amore della sua famiglia, composta dalla moglie incinta Rossana (Micaela Ramazzotti) e dai due figli, Alberto (Antonio Albanese), cinico sceneggiatore cinematografico di successo, conduce una vita squilibrata, sfugge continuamente dalle relazioni e allontana le persone vicine, tra cui la giovane fidanzata (interpretata da Francesca Inaudi). Ognuno dei due protagonisti ha ciò che all’altro manca: Alberto sente nascere dentro di se un sentimento nuovo e genuino grazie all’incontro con il mondo popolare di Angelo, e trova nel nuovo amico la soluzione al vuoto e alla sofferenza della sua vita; Angelo è affascinato e arricchito dalla personalità esuberante e fantasiosa di Alberto e lo accoglie all’interno del suo nucleo famigliare facendolo diventare a tutti gli effetti un nuovo membro della famiglia.

L’amicizia che nasce tra i due protagonisti è nello stesso tempo paradossale e vera, straordinaria nella sua normalità: è proprio nello scontro tra due mondi così diversi che si sprigiona la drammaticità della storia oltre che gli spunti comici che dentro di essa si inseriscono; gli attori Kim Rossi Stuart e Antonio Albanese sono stati molto bravi nel trovare gli spazi comici all’interno di una vicenda drammatica, spesso grazie a momenti di improvvisazione sul set.

Inoltre l’amicizia tra Angelo e Alberto si evolve nel corso della storia: mentre appena conosciuti entrambi sentono la necessità di raccontarsi ininterrottamente in un flusso continuo di parole, dal momento in cui la loro confidenza si fa più densa smettono di parlare e iniziano a conoscersi ad un altro livello, attraverso i silenzi e gli sguardi. E’ proprio la capacità dei due di raccontarsi e comprendersi a rendere straordinaria la loro amicizia. A questo proposito l’Archibugi durante l’incontro che ha seguito la proiezione del film, ha voluto affermare la sua convinzione nel potere salvifico del racconto: “Senza il suo racconto la vita non avrebbe senso”.

A mio parere il film è meraviglioso e assolutamente da vedere: la sensibilità con cui la storia è raccontata e ogni sfumatura è riportata sulla scena, oltre alle straordinarie interpretazioni degli attori protagonisti, in particolare quelle di Kim Rossi Stuart e di Micaela Ramazzotti, rendono questo film speciale ed emozionante; nello stesso tempo il film è equilibrato dal punto di vista stilistico: non mancano mai momenti divertenti in cui si ride a crepapelle soprattutto grazie alla comicità esplosiva di Albanese.

Una piccola curiosità: ad un certo punto del film compaiono contemporaneamente sulla scena cinque guest star rappresentanti del cinema italiano: Carlo Verdone, Stefania Sandrelli, Paolo Virzì, Paolo Sorrentino e Daniele Luchetti.

Visto che (purtroppo) i film italiani di solito rimangono nelle sale per un tempo limitato, vi consiglio di andare a vedere “Questione di cuore” il prima possibile!


Se volete avere informazioni sulla programmazione o sulle prossime anteprime visitate il sito dell’Anteo:


http://www.spaziocinema.info/


Qui potete vedere il trailer del film:


venerdì 10 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: solidarietà e aiuti umanitari

Alla luce della triste tragedia accaduta in Abruzzo non possiamo rimanere indifferenti e non fermarci un momento. In questi giorni sono stati mandati aiuti da tutto il mondo per sostenere le zone colpite dal terremoto.

Qui di seguito riportiamo alcuni link attraverso i quali è possibile dare il proprio sostegno:


www.savethechildren.it


http://www.cri.it/code_new/index.php?website=630_cri_EmergenzaSismaAbruzzo

http://primapaginacasertana.wordpress.com/2009/04/08/terremoto-abruzzo-le-iniziative-di-solidarieta/


Alice, Ilaria, Roberta e Stefano


domenica 5 aprile 2009

Catchimprò - II semifinale

Poco tempo fa un nostro lettore/valutatore ci ha suggerito di recensire, tra le altre cose, spettacoli di improvvisazione: ed ecco che il vostro Oreste, solerte e soprattutto curioso, si è fiondato al Ligera cafè di via Padova, per assistere a...

CATCHIMPRO' - II semifinale!!

Chiariamo: Catchimprò è un torneo di improvvisazione teatrale che vede schierate coppie di attori nel tentativo di conquistarsi il pubblico, senza scenari predisposti e testi preparati.
Le prove sono varie e indirizzate dal presentatore, anche se gli elementi fondamentali delle scene sono suggeriti dal pubblico.
Per esempio: il presentatore sceglie alcune persone tra il pubblico e chiede loro di scegliere nomi di animali, di professioni, di situazioni o luoghi; sulle loro scelte viene costruita una specifica prova, che gli attori vengono a sapere soltanto sul palco.
Il teatro d'improvvisazione viene dunque ad assomigliare presto ad un teatro dell'assurdo, dove un attore può ritrovarsi ad interpretare un serpente boa in fila alle poste piuttosto che un casalingo alle prese con le piastrelle del bagno... costretto ad esprimersi con parole dalle iniziali in rigoroso ordine alfabetico.
I risultati sono surreali e, a seconda della bravura dell'attore, semplicemente buffi o inesorabilmente esilaranti: agli improvvisatori, infatti, non tocca soltanto rappresentare comportamenti in linea con le suggestioni o lanciare qualche buona battuta, ma anche dare una parvenza di plausibilità narrativa e coerenza strutturale a ciò che accade sul palco.

Questa sera (domenica 5 aprile) l'appuntamento ha visto protagonisti "i Mimi" contro "Tony e Gerry Damiano".
I Mimi fanno il loro ingresso pattinando tra il pubblico su un ghiaccio immaginario, naturalmente vestiti di tutto punto secondo la divisa classica di questa specialità (maglietta a righe, bombetta, viso truccato); saliti sul palco si destreggiano tra muri e corde invisibili, prima di sacrificare il loro mutismo alle prove anche linguistiche.
Tony e Gerry Damiano entrano per secondi, camicie, collanine e parrucconi anni '70 sulla musica paradigmatica dei Bee Gees; danzano alla Manero e lanciano al pubblico ovetti di cioccolato (o qualcosa di simile... qualcosa di abbastanza duro da centrare e rompere un bicchiere sul terzo tavolo di sinistra: inizio memorabile).
Le improvvisazioni durano più di un'ora, vedendo il susseguirsi di una decina di scenette, e subito appare chiaro come le due squadre sono essenzialmente equilibrate; alla fine, i Damiano hanno la meglio sui Mimi per una manciata di voti, assicurandosi la finale contro "Il Grande Uollas e Mr Prinz" che si disputerà il 26 aprile.

La serata garantisce, bisogna dirlo, un divertimento memorabile, tanto per gli spettatori quanto per gli appassionati attori sul palco: un'esperienza da consigliare a tutti... per chi non potrà essere presente, Oreste assicura comunque, impegni permettendo, la sua recensione dell'attesissima finale! ;-)

Per informazioni su simili iniziative: www.teatribu.it

mercoledì 1 aprile 2009

16° Cartoomics


Come ogni anno, alla fiera di Milano ha trovato posto il Cartoomics, il (16°) “salone del fumetto, dei cartoons, del collezionismo e dei games”: seppure meno famosa della ben più grande “Lucca comics and games”, che puntualmente attira nella cittadina toscana migliaia di appassionati da tutta Europa, la fiera milanese gode forse di una migliore organizzazione e di una più alta varietà di proposte.
E’ una fiera del fumetto, certo, ma non solo: quest’anno, in particolare, l’evento è stato impreziosito dalla presenza di ben otto mostre: tra questesi segnalano: “La riconquista del futuro”, la quale ripercorreva gli archetipi e le immagini della fantascienza a partire dalla sua nascita ufficiale nel 1926 ad opera di Hugo Gernsback, esponendo copie antiche e introvabili delle più classiche riviste di genere (come “Amazing stories, di cui era esposto il primo numero, mai giunto prima in Italia) e delle più antiche pubblicazioni di tecnologia (“Television news”, con le sue appassionate descrizioni dei primi modelli di televisione, non ancora disponibili all’uso della gente comune); “Cerchio Giallo”, incentrata sulla lunga e variegata storia del genere poliziesco, con particolare attenzione al fondatore Edgar Allan Poe e alle sue numerose trasposizioni fumettistiche; “Il Giallo Mondadori”, con l’esposizione dei numeri più introvabili (compreso il numero 1, “La strana morte del signor Benson” di S.S. van Dine) della celebre collana.
Merita una segnalazione anche il vasto spazio dedicato a “Ludica”, con la possibilità per i visitatori di provare gratuitamente, in gruppo e con divertiti supervisori, tutte le nuove trovate dei giochi da tavolo: a questo vanno aggiunte le anteprime di videogiochi e consolle oltre che, naturalmente, gli attesissimi concorsi di cosplaying, in cui giovani appassionati si cimentano nella progettazione di costumi dei loro personaggi preferiti e nell’interpretazione dei medesimi tra le vie della fiera.
E naturalmente, tanti, tanti fumetti: l’occasione perfetta per cercare di completare… o, perchè no, di iniziare una bella collezione, per entrare a far parte di una branca così importante della cultura popolare, ancora ingiustamente trascurata e sottovalutata da molti!




La scelta del sottoscritto: “Joker” di Azzarello e Bermejo, l’attesissima graphic novel incentrata sul cattivo di Batman che tanta attenzione ha ricevuto dopo l’ultimo film di Christopher Nolan… nell’edizione americana, non ancora uscita in Italia! ;-)

"Tonight": concerto dei Franz Ferdinand a Milano


Se vi piace la musica rock ma non avete mai sentito parlare dei Franz Ferdinand vi consiglio caldamente di andare ad ascoltare almeno qualcuna delle loro canzoni più conosciute, come “Take me out” e “Do you want to”, perché sono convinta che siano una delle band più significative della scena indie rock degli ultimi anni.

I Franz Ferdinand sono un gruppo rock scozzese, formatosi nel 2003 a Glasgow, che prende il nome dall’arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo.

Il gruppo, composto da Alex Kapranos (voce e chitarra), Bob Hardy (basso), Nick McCarthy (chitarra, voce, tastiera) e Paul Thomson (batteria), ha all’attivo 3 album ed è ora in tour per presentare l’ultimo lavoro, “Tonight” , il quale era stato annunciato a Gennaio dalla critica come la “svolta elettronica” dei Franz Ferdinand.

Capita spesso che un gruppo che riscuote molto successo con un paio di album che ricalcano più o meno la stessa linea, decida di sperimentare l’influenza di un genere nuovo mantenendo il sound degli inizi come matrice da reinterpretare, in modo da seguire un percorso di evoluzione e non fossilizzarsi su un unico genere. Spesso purtroppo in questo processo non sempre i risultati sono dei migliori e lasciano delusi i fan più fedeli. Io stessa ero spaventata prima di ascoltare l’album, in quanto non estimatrice della musica elettronica. Nel caso dei Franz Ferdinand però mi sono dovuta ricredere: l’introduzione di sonorità elettroniche non ha fatto altro che arricchire la struttura musicale dei brani, i quali non hanno perso il sound caratteristico della band.

Già l’album mi aveva entusiasmato su disco, ma devo dire che i pezzi rendono moltissimo anche dal vivo. Ho potuto ascoltarli infatti in occasione del concerto che i Franz Ferdinand hanno tenuto lunedì 30 Marzo al Palasharp di Milano. Questa è stata la seconda volta che li ascoltavo dal vivo: la prima volta, nel Dicembre del 2005, il numero delle persone presenti era inferiore così come il prezzo del biglietto; in quell’occasione ero rimasta piacevolmente colpita dal loro live e il concerto di lunedì sera ha confermato le mie aspettative.

La canzone che ha aperto il concerto è stata The dark of matinee”, del primo album omonimo “Franz Ferdinand”, che è stata seguita poi dall’ultimo singolo uscito “No you girls never know”. La scaletta del concerto è stata varia, mescolando in modo equilibrato i brani più famosi dei primi album, come “Michael” e “This fire”, con pezzi dell’ultimo album, quali “Ulysses”, a mio parere la più bella canzone di “Tonight”, e “Lucid dreams”, la quale si è conclusa con una lunga coda di sperimentazione elettronica, forse un po’ troppo ripetitiva e pesante.

Il loro inconfondibile sound rock’n’roll e la voce profonda del frontman Alex Kapranos hanno entusiasmato il pubblico per tutta la durata del concerto: era impossibile non saltellare e farsi travolgere dal ritmo coinvolgente dei pezzi!

Rimasta per la seconda volta entusiasta dal loro live, sicuramente andrò a sentirli anche la prossima volta che suoneranno a Milano!


Se vi siete persi quest’occasione di vedere i Franz Ferdinand dal vivo e volete sapere le date dei prossimi concerti, o semplicemente se siete interessati ad ascoltare qualche pezzo, andate a visitare il myspace del gruppo:

www.myspace.com/franzferdinand


Qui potete vedere il video di “Ulysses”, il primo singolo estratto dall’album “Tonight”: